Il nome di Franz Ludwig Catel è oggi poco conosciuto e solo a esperti intenditori e amatori d’arte o collezionisti. A Roma la sua memoria continua a vivere, grazie soprattutto all’attività del Pio Istituto che porta il suo nome. Al primo piano di un piccolo edificio in Viale Trastevere, la Fondazione Catel ha la propria sede ed è aperto (per gli interessati) tutti i giorni. Tutti coloro che si recano lì sanno che il pittore tedesco Catel, vissuto a Roma nella seconda metà dell’Ottocento, ha devoluto il proprio patrimonio ad un’istituzione benefica, ma di lui e delle sue opere sanno ben poco.

Pensando al prossimo, soprattutto all’avvenire dei suoi colleghi italiani e tedeschi meno fortunati e più bisognosi, Catel volle istituire, per volontà testamentaria, la Fondazione che opera come Ente Morale a Roma dal 24 aprile 1874.

Spirito vivace, fantasia scintillante, amico dei più importanti artisti attivi a Roma in quell’epoca e di principi come Ludwig di Baviera, il Catel, disegnatore autodidatta, giunse nel 1811 nella città pontificia, da sempre meta privilegiata degli artisti europei e degli amanti dell’arte. La capitale del Gran Tour segnò la svolta della sua vita e della sua produzione, la quale ce lo rende interessante sia come pittore e guida influente, capace di rappresentare nei suoi paesaggi i costumi italiani e la vita popolare della città, sia come uomo d’affari arrivato. Le sue pitture naturali e vive della vita di campagna, delle feste, i suoi contadini e le sue botteghe romane suscitarono da subito interesse presso il recettivo mercato collezionistico cittadino, procurandogli innumerevoli ordinazioni. In breve a Roma Catel si rivelò un vero paesaggista e su questa attitudine basò da allora in poi la sua arte. Insieme alla bella moglie romana, Margherita Prunetti, sposata nel 1814, il Catel ha sempre aperta la sua casa di Piazza di Spagna, ancora di proprietà dell’Istituto, agli ospiti. Frequentatori assidui della dimora e amici della famiglia Catel erano i pittori Nazareni fra cui Overbeck e Pforr, prima colonia di artisti tedeschi attivi a Roma nei primi anni dell’Ottocento, e altri artisti fra cui si ricorda soprattutto il compatriota Karl Friedrich Schinkel, importante architetto e pittore di Berlino.

Il Catel riuniva in se la rara ma felice combinazione di essere un buon pittore e illustratore ed un affabile uomo d’affari.

Se i suoi quadri e i disegni ci riportano alla vita quotidiana dei primi anni dell’Ottocento a Roma e nel Sud Italia, che aveva visitato più volte, la Fondazione ancora oggi tiene fede alla volontà testamentaria del pittore e dell’uomo. Morto nel 1856 a quasi 80 anni senza figli, lasciò un notevole patrimonio, poiché i suoi quadri furono sempre venduti a prezzi elevati. Sepolto nella Basilica di Santa Maria del Popolo, volle redigere le sue ultime volontà in un testamento che è modello di carità cristiana. Pur non dimenticando la sua adorata moglie, lasciò gran parte della sua eredità come fondo privato per artisti bisognosi sia italiani che tedeschi.

Lo scopo primario della Fondazione è il soccorso ai poveri italiani e tedeschi dimoranti in Roma, con preferenza agli artisti. L’Ente, inoltre, svolge una proficua attività nella sfera didattica e formativa fin dal 1887, mediante l’attivazione di concorsi e l’assegnazione di borse di studio o pensioni nei diversi campi artistici.

L’erogazione dei sussidi avviene, su segnalazione dei Consiglieri, direttamente alle persone bisognose, artisti possibilmente, o anche attraverso enti o organizzazioni che garantiscano l’aiuto effettivo a chi è in evidente stato di necessità. Come espressamente disposto dallo Statuto “il Consiglio ha cura di verificare il bisogno e l’onestà del ricorrente e sono escluse però sempre le piccole elemosine raramente capaci di sollevare dal vero bisogno, e che spesse volte non sono che un incitamento all’ozio e alla infingardaggine”.

La Fondazione Catel trae i fondi per lo svolgimento della propria attività esclusivamente dalle rendite degli immobili che ha acquisito dalla dotazione originaria o dagli incrementi e trasformazioni della stessa o da beni conseguiti in forza dello svolgimento dell’attività istituzionale, non avendo lo stesso mai usufruito di sovvenzioni o aiuti sotto qualsiasi forma da parte di altre Istituzioni Pubbliche.

Fin dal 21 gennaio 1888 il Pio Istituto Catel è posto sotto l’alto patronato dell’Ambasciata di Germania a Roma.